La sede di ROMA e' presidiata H24 da: 17 GIORNI

SCIOPERO Venerdi’ 26

Alle ore 14:00 appuntamento in Via Rosa Raimondi Garibaldi 15 (regione Lazio)

In concomitanza con il tavolo congiunto Regione-Provincia-Comune in cui sono stati convocati:

Italtel – Telecom Italia – RSU Roma – OO.SS.

Dobbiamo lottare ora piu’ che mai per il nostro posto di lavoro!

TENETE BEN PRESENTE, CHE QUESTO E’ LATTEGGIAMENTO DELLA

“”DIREZIONE RISORSE UMANE””




“VERGOGNA DI CHE ?”



Contatto Blog Italtel Roma : gruppoitaltel@gmail.com

Italtel Roma, lavoratori protestano contro i licenziamenti

FONTE: periodicoitaliano.info



La crisi economica continua a flagellare il mercato del lavoro, secondo quanto dichiarato da Ed Balls, Ministro di Gabinetto di Gordon Brown, in confronto la Grande Depressione del ’29 è stata un pallido imprevisto. Così mentre c’è chi profetizza che gli effetti disastrosi della nube tossica della crisi continueranno a far sentire la loro nefasta presenza ancora per altri 15 anni, fanno capolino, timide, le voci rassicuranti dell’inizio di una ripresa. Eppur si licenzia.
Di recente l’Istat aveva diffuso i dati provvisori relativi al tasso di disoccupazione in Italia, che si è attestato come il peggiore dall’aprile del 2004, avendo toccato a novembre l’8,3% lasciando emergere tutte le fragilità di un mercato del lavoro che galleggia sempre di più sulle sabbie mobili. Così accade che fabbriche e aziende chiudano o si vedano costrette ad adoperare con la cesoia tagli drastici del personale. La disperazione di perdere il lavoro ha dato inizio a forme di lotta estreme, come presidi e occupazioni delle fabbriche ad oltranza. L’Italtel è una storica azienda italiana leader nel campo delle telecomunicazioni, con sedi a Milano, Roma e Palermo. Da mesi ormai i dipendenti sono impegnati in una strenua lotta contro i licenziamenti previsti e annunciati dai vertici dell’azienda già nell’aprile del 2009 e confermati l’8 gennaio 2010 dall’amministratore delegato Umberto De Julio con la presentazione del nuovo piano industriale. L’ultima manifestazione si è svolta giovedì 28 gennaio fuori Palazzo Valentini, la sede della Provincia di Roma, dove ha avuto luogo un Consiglio Straordinario sulla Crisi Economica. Il Presidente della Commissione Lavoro Marco Miccoli ha aperto le porte del Consiglio ad una delegazione dei lavoratori dell’Italtel per cercare di avviare una trattativa sul numero imbarazzante di esuberi previsti dal ridimensionamento. A sobillare ancor di più il malumore dei lavoratori ci sarebbe il ruolo colpevole di Telecom Italia nelle disastrose sorti dell’azienda. Stando a quanto dichiara Claudio Sapochetti, RSU del Gruppo Italtel, “la crisi è da addebitare al calo delle commesse da parte di Telecom Italia che in Italtel ha una partecipazione del 19,37%, e che rappresenta il suo principale cliente. Il calo del fatturato che ne è conseguito è stato circa di 50 milioni di euro nel 2009.” L’azienda in pratica rischia di morire a causa della politica di disinvestimento di Telecom Italia e a questa va ad aggiungersi il colpo ferale inferto dal Governo e dai mancati finanziamenti nel settore del digital divide e della banda larga, sebbene quello stanziamento di circa 800 milioni di euro fosse stato previsto inizialmente nella finanziaria. I numeri della catastrofe che si sta abbattendo sull’Italtel sono impressionanti, si parla di ulteriori 400 esuberi, che vanno ad aggiungersi ai 450 già previsti nell’aprile 2009 e inoltre la chiusura di una delle sedi romani dell’azienda. L’8 gennaio 2010 l’Italtel ha inoltre reso noto in un comunicato l’intenzione di ridimensionare anche le attività poco redditizie in Russia, Spagna e Belgio, aumentando quelle in Brasile e in Nord Africa e che la “soluzione finale” degli esuberi mira a raggiungere un numero “funzionale” di circa 1000 dipendenti, rispetto ad un totale di 2300. “La Regione, insieme alla Provincia e al Comune, deve aiutarci ad impedire che il territorio romano venga ulteriormente depauperato di competenze e professionalità importantissime. Abbiamo già assistito, negli ultimi mesi, all’abbandono del territorio da parte di importanti aziende dell’Ict. Questo settore deve essere salvaguardato attraverso finanziamenti per la banda larga e risolvendo, una volta per tutte, il problema delle telecomunicazioni italiane, oggi in mano ad un unico privato monopolista, Telecom Italia, che continua a non investire sulla rete di telecomunicazioni. Questo produce danni non solo per i lavoratori e le lavoratrici Italtel, ma per tante altre aziende che occupano, solo a Roma, decine di migliaia di addetti. Nei prossimi giorni ci attiveremo con altre iniziative di lotta per impedire i licenziamenti” queste le dichiarazioni di Roberta Turi della Segreteria Fiom Cgil di Roma. Solo pochi mesi fa, a giugno, sembrava si fosse raggiunta una possibile soluzione per impedire gli esuberi e cioè il ricorso ai contratti di solidariètà siglati da sindacati e proprietà, poi come una doccia gelata sono giunte le ultime dichiarazioni di De Julio e i licenziamenti che si sono trasformati in un incubo sempre più reale. I sindacati hanno promesso scioperi e manifestazioni ad oltranza. Nel mese di gennaio ci sono già stati scioperi appoggiati dal Coordinamento Nazionale delle RSU con tutte le Strutture Sindacali Territoriali e Nazionali di FIM-FIOM-UILM in tutte le sedi Italtel e nello stabilimento di Settimo Milanese, sede storica dell’azienda, è stata registrata una completa adesione dei dipendenti alla protesta. Il 21 gennaio il caso Italtel è approdato in Parlamento con un’interpellanza parlamentare presentata dal deputato siciliano del Pd Tonino Russo, insieme a Walter Veltroni, Vinicio Peluffo e Andrea Lulli. Nei prossimi giorni ci saranno ancora presidi e scioperi fuori le sedi della Telecom Italia e il 4 febbraio è previsto uno sciopero davanti alla sede del Ministero dello Sviluppo Economico, in concomitanza del tavolo nazionale richiesto dal Ministero. Non hanno intenzione di mollare i dipendenti dell’Italtel e Claudio Sapochetti promette che in ultima istanza, se costretti, si ricorrerà anche all’occupazione di una delle sedi dell’azienda. Ormai il lavoro è una terra di conquista.

Anna Esposito

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