La sede di ROMA e' presidiata H24 da: 17 GIORNI

SCIOPERO Venerdi’ 26

Alle ore 14:00 appuntamento in Via Rosa Raimondi Garibaldi 15 (regione Lazio)

In concomitanza con il tavolo congiunto Regione-Provincia-Comune in cui sono stati convocati:

Italtel – Telecom Italia – RSU Roma – OO.SS.

Dobbiamo lottare ora piu’ che mai per il nostro posto di lavoro!

TENETE BEN PRESENTE, CHE QUESTO E’ LATTEGGIAMENTO DELLA

“”DIREZIONE RISORSE UMANE””




“VERGOGNA DI CHE ?”



Contatto Blog Italtel Roma : gruppoitaltel@gmail.com

ITALTEL: SCATTA LA CASSA INTEGRAZIONE

FONTE:

E' partita la cassa integrazione per 60 dipendenti dell'Italtel di Carini. Lunedi' i lavoratori si riuniranno in assemblea per decidere le iniziative da portare avanti contro la decisione dell'azienda. L'Italtel ha comunicato ieri alle organizzazioni sindacali e alle Rsu delle sedi aziendali italiane l'apertura delle procedure di cig straordinaria per crisi aziendale per 400 persone in tutto a zero ore per 12 mesi. In cassa integrazione vanno 60 dipendenti a Carini, 100 a Roma, 3 a Napoli e 237 a Milano. .
20 febbraio 2010

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Zte: "Italtel, Olivetti? Alleanze possibili

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Xie Junshi, vice presidente marketing: "Siamo interessati a rafforzare la presenza in Italia anche attraverso intese con aziende del vostro Paese"


“Siamo interessati a sviluppare partnership e alleanze con le imprese del vostro Paese. Ad esempio, con aziende come Italtel, Olivetti o anche altre con cui potrebbe nascere una collaborazione interessante”: lo ha detto Xie Junshi, vice presidente Zte, a capo della divisione marketing di Stati Uniti ed Europa, in una intervista che apparirà nel numero del Corriere delle Comunicazioni in uscita lunedì prossimo.
Trovano così conferma i rumors degli scorsi giorni sulla possibilità di un interesse del gruppo manifatturiero cinese, quotato alla Borsa di Shanghai, ad una qualche forma di cooperazione con Italtel. L’ammissione dell’interesse ad una intesa con Italtel o altre aziende testimonia la volontà di Zte di rafforzare il proprio peso nel mercato italiano. “Non solo l’Italia, ma è in tutta Europa che puntiamo a radicarci e a far crescere la nostra posizione. Per questo per noi è molto importante collaborare con partner locali. Anche in Italia”, spiega Junshi al Corriere delle Comunicazioni.

Full story nel numero del Corriere delle Comunicazioni in uscita lunedì 22 febbraio



di Gildo Campesato


18 febbraio 2010

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Italtel, sciopero e presidio contro 400 esuberi

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MILANO (17 febbraio) - Circa 150 lavoratori in sciopero si sono radunati stamani davanti ai cancelli della Italtel di Settimo Milanese (Milano), per protestare contro il piano industriale che prevede 400 nuovi esuberi in tutta Italia.

Secondo i sindacati finora è totale l'adesione allo sciopero indetto dalle 7 alle 11.45 per i circa 1.200 dipendenti nel Milanese dell'azienda specializzata nella produzione di sistemi per le telecomunicazioni. «Abbiamo intenzione, se ci sarà maggiore affluenza al presidio, di organizzare più tardi un corteo a Settimo Milanese», ha detto Roberto Dameno, delegato della Fiom-Cgil. «Le trattative con l'azienda non sono a buon punto - ha continuato - e nei prossimi giorni, se la proprietà presenterà effettivamente la richiesta di cassa integrazione per i dipendenti, organizzeremo iniziative più eclatanti».

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Adsl veloce in Italia: la rete in fibra ottica la faranno i cinesi?

FONTE:

I cinesi in Italia per l'Adsl veloce. I nuovi piani

a cura della Redazione

La rete di telecomunicazione italiana di nuova generazione (Ngn), quando si farà, si baserà su tecnologia straniera. Chi, infatti, lavora sulla banda larga e ultralarga è un gruppo formato da Alcatel-Lucent (franco-americana), Ericsson (svedese) e Huawei (cinese). E ciò vuol dire che alle imprese italiane come Italtel resterà un ruolo sostanzialmente marginale.

Alcatel-Lucent e l’azienda cinese posseggono il portafoglio-prodotti più completo. Stefano Pileri, il maggior conoscitore della rete Telecom, di cui è stato a lungo responsabile, è convinto del fatto che le reti in rame tra poco non basteranno più a sopportare il peso crescente dei servizi via Internet, per cui sarà necessario il passaggio alla fibra ottica.

“La prima, concreta ragione per realizzare la Ngn è la certezza di un risparmio sui costi di gestione, energia, spazi e personale valutabile nell’ordine del 40-45%. In assenza di un piano di Telecom Italia, che a causa dei debiti ha tagliato gli investimenti tecnologici per il 2010, l’iniziativa al momento più concreta è il piano banda larga della Regione Lombardia, con una spesa prevista di 1,3 miliardi di euro, che di fatto sarà una prova generale di Ngn”.

I capitali per sostenere i costi per ammodernare le infrastrutture italiane in vista della Rete di Nuova Generazione dovrebbero arrivare dai cinesi. Si tratta di 100 miliardi di dollari che cinque istituti di credito cinesi hanno stanziato per i clienti esteri di Huawei, il terzo produttore mondiale di infrastrutture di trasmissione, di cui una decina di giorni fa una delegazione ha fatto il giro delle compagnie italiane per illustrare questa opportunità.

Autore:

Marianna Quatraro

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Italtel, sciopero e presidio

FONTE: radiolombardia.it

17-02-2010 10:54

Circa 150 lavoratori in sciopero si sono radunati stamani davanti ai cancelli della Italtel di Settimo Milanese (Milano), per protestare contro il piano industriale che prevede 400 nuovi esuberi in tutta Italia. Secondo i sindacati finora è totale l'adesione allo sciopero indetto dalle 7 alle 11.45 per i circa 1.200 dipendenti nel Milanese dell'azienda specializzata nella produzione di sistemi per le telecomunicazioni. "Abbiamo intenzione, se ci sarà maggiore affluenza al presidio, di organizzare più tardi un corteo a Settimo Milanese", ha detto Roberto Dameno, delegato della Fiom-Cgil. "Le trattative con l'azienda non sono a buon punto - ha continuato - e nei prossimi giorni, se la proprietà presenterà effettivamente la richiesta di cassa integrazione per i dipendenti, organizzeremo iniziative più eclatanti"

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ITALTEL: FIOM, e' muro contro muro tra azienda e lavoratori

FONTE: liberonews.it

Milano, 16 feb. (Adnkronos) - "Si e' concluso con la conferma delle reciproche posizioni l'incontro che si e' svolto ieri in Assolombarda tra i rappresentanti dei lavoratori e il sindacato e il gruppo dirigente di Italtel. Un gruppo dirigente che ha ribadito di non voler discutere alcuna soluzione alternativa ai 400 esuberi annunciati e al pesantissimo ridimensionamento della sede di Roma". Lo scrive la Fiom Milano in una nota.

"Un atteggiamento arrogante e insopportabile - dice ancora la Fiom- che la dice lunga sull'idea di relazioni tra le parti che regna nel quartier generale dell'azienda, oltre che sulla miopia manageriale: eseguire ordini, poco importa se mettono a rischio non solo centinaia di posti di lavoro ma anche le possibilita' di tenuta e sviluppo dell'impresa".

Per il sindacato si tratta di un ''piano industriale devastante, che i lavoratori hanno gia' dimostrato nei giorni scorsi di non aver intenzione di accettare". Cosi', dopo le mobilitazioni gia' effettuate ed il presidio di ieri domani sara' sciopero in tutti i siti del gruppo e manifestazione a Castelletto.


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Ultime (BAD) NEWS!

Italtel durante la riunione in assolombarda, ha illustrato la NEW(BAD)Company che sara' composta da personale Italtel e Accenture.

L'azienda rimane comunque ferma sullo stato degli esuberi dichiarati ed e' disponibile a trattare solamente in merito allo strumento CDS e CIGS.

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Per l’Italtel arriva l’ultima chiamata....

...Due scommesse per non scomparire La società rischia di restare vittima dell’immobilismo con cui ha reagito negli ultimi 56 anni al progressivo calo degli investimenti di Telecom Italia

Di: STEFANO CARLI


FONTE:



Un anno fa, a fine 2008, erano 2.360, poi il fatturato ha continuato a calare e dodici mesi dopo, fine 2009. erano diventati 2.100: primo effetto di una cura dimagrante per quasi 300 unità. Adesso il piano definitivo messo a punto dall’a.d. Umberto De Julio, arrivato a ottobre 2008, parla di altri 500 esuberi per portare l’occupazione complessiva di Italtel, l’ex gioiello delle tlc italiane, a 1.600 persone. Insomma, quasi 800 persone in meno in diciotto mesi. Più della Glaxo (qui non sono tutti ricercatori ma il tasso di scolarizzazione è comunque alto), più della metà di Termini Imerese. E Italtel non è la Fiat. Il suo fatturato 2008 è stato di 467 milioni, parecchio più basso dei 546 milioni del 2007.
Dire che Italtel è stata il gioiello delle tlc italiane non è retorica. Ancora oggi due linee telefoniche su tre in Italia vengono gestite da apparecchiature targate Italtel (quello che avanza è due terzi Ericsson e un terzo AlcatelLucent). E’ il frutto dei grandi investimenti sulla rete Telecom negli anni Ottanta. Si può allora pensare che la crisi di oggi dipenda dal fatto che Italtel non ha saputo passare dai tempi del monopolio pubblico e delle partecipazioni statali al mercato libero del dopo 1998, ma non è così. L’ultimo grande successo industriale di Italtel è datato 2003: l’anno in cui Telecom Italia, primo tra i grandi gruppi telefonici mondiali, decise di passare tutta la sua rete di trasporto al protocollo Ip. Fu un’innovazione epocale, portò efficienza e risparmi di gestione, tagliando di due terzi la necessità di avere delle grandi centrali di transito. E fu un successo made in Italy. L’ultimo però.
La specializzazione di Italtel è infatti nel cosiddetto softswitching, la trasformazione delle vecchie centrali telefoniche dal sistema a circuito a quello a pacchetto. C’è arrivata per prima, ha fatto quelle di Telecom dopo di che si è fermata. Ha commesso l’errore di continuare ad attendere le commesse di una Telecom che ha invece continuato a tagliare i budget di investimenti e manutenzioni. Lo switching assorbe oggi in media meno del 5% del budget di spesa tecnologica di una telecom. Un budget che per Telecom Italia nel 2009 è stato di 400 milioni.
Non ha saputo andare all’estero quando ancora il mercato non era chiuso dai grandi colossi mondiali. Ed è paradossale vedere che l’azienda fa oggi all’estero appena un quarto del suo fatturato mentre le vecchie aziende che facevano la manutenzione di rete per Telecom, quelle che riparavano i guasti e cambiavano i pali, oggi sono realtà molto più solide e con una buona metà del fatturato realizzato oltre confine.
Italtel non ha saputo poi spostarsi su altri prodotti. Ma nemmeno sfruttare al meglio le eccellenze di cui dispone: con una Telecom Italia che è stata tra i primi operatori a credere nell’Adsl, Italtel non ha mai pensato di entrare nella produzione di modem e altri sistemi per la larga banda. Cosa che in compenso fa la Pirelli Broadband Solutions, a cui il gruppo Telecom ha affidato lo sviluppo di alcuni sistemi per gli utenti di reti a banda larga ai tempi della gestione Tronchetti. Si era invece lanciata nella produzione di decoder per la tv via satellite ai tempi della piattaforma Stream di Telecom, ma è un’avventura finita presto.
Oggi nel suo settore Italtel fronteggia giganti come Huawei, Ericsson, NokiaSiemens Networks, AlcatelLucent, Cisco. Un mercato in cui un gigante come Nortel è appena fallito; in cui Ericsson e NokiaSiemens si stanno sempre più spostando sui servizi (Ericsson trae dagli apparati di rete ormai solo la metà dei suoi ricavi, Italtel ancora l’80%).
Anche quella che doveva essere la grande occasione per Italtel di entrare nel grande giro delle tlc mondiali si è alla fine dimostrata un’occasione mancata: l’ingresso di Cisco, numero uno mondiale dei router Ip, nell’azionariato nel 2004 non ha reso l’azienda italiana più dinamica. E forse ne ha anche frenato la possibilità di sviluppo. Italtel è rimasto il suggello di un’alleanza commerciale tra Telecom e Cisco e poco più. In compenso, negli anni, sono state respinte le avances di altri gruppi come Ericsson o Siemens, che forse non avevano però intenzioni diverse da quelle di Cisco. O quelle di una realtà in ascesa, come la californiana Juniper Networks, il concorrente di Cisco sui router, che ha provato a coinvolgere Italtel nello sviluppo di alcune soluzioni da inserire nei suoi sistemi, ma senza successo.
Adesso le strade davanti a Italtel sono sostanzialmente due. Da una parte continuare a ingegnerizzare sistemi per reti telefoniche, a immaginare cioè prodotti fatti soprattutto di software e di componenti materiali comprati per la gran parte nei mercati asiatici, per continuare a lavorare nelle centrali telefoniche che smistano il traffico di voce (sempre meno) e dati che passano sui cavi. E per cercare di inserirsi nel passaggio epocale delle reti dal rame alle fibre ottiche. La seconda strada è quella della «consulenza»: agire cioè come un «system integrator» specializzato nel risolvere le esigenze dei sistemi di comunicazione di grandi imprese. Una strada, quest’ultima, in parte già intrapresa negli ultimi anni, con un portafoglio clienti che è però solo italiano e con un forte dna «statale». Eni, Enel, le grandi banche come Unicredit o Mps.
Entrambe le strade promettono di essere in salita. La prima, quella dei prodotti, vede Italtel fare i conti con il tempo perduto. Ci sono settori di frontiera dove operano realtà italiane dinamiche e in crescita. Coma la Idf, Industrie Dial Face, un centinaio di dipendenti, ricavi sui 50 milioni ma attiva su una nuova frontiera come le frequenze ottiche a più colori da far passare su una stessa fibra: un sistema per dividere letteralmente in quattro quei sottilissimi capelli che sono le fibre ottiche.
Certo, la società si avvantaggerebbe di sicuro da un effettivo avvio degli investimenti sulle nuove reti ottiche. Ma sempre ricordando che chiunque investirà non sarà disposto a pagare più del dovuto in nome del sistema paese. Resta solo la navigazione in mare aperto nel mercato già affollato dei system integrator. Ma anche qui Italtel dovrà giocare da sola. L’idea di creare un polo italiano non trova entusiasmi da nessuna parte. Né tra i potenziali aggregatori, né nella stessa Italtel. Che se dovesse integrarsi oggi finirebbe per scomparire. Meglio provare a recuperare posizioni prima di parlarne. Sperando che il tutto non si trasformi in una guerra tra «nani».

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Apc-Italtel/ Lunedì incontro a Milano tra azienda e sindacati su Cig

FONTE: primaonline.it



Apc-Italtel/ Lunedì incontro a Milano tra azienda e sindacati su Cig

In contemporanea presidio delle maestranze

Milano, 12 feb. (Apcom) - Lunedì prossimo nella sede milanese di Assolombarda si terrà l`incontro tra i vertici di Italtel e il sindacato, in merito all`annuncio aziendale di voler avviare una procedura di cassa straordinaria a zero ore per 400 dipendenti (disdettando così l`accordo sul contratto di solidarietà in vigore) e di chiudere la sede di Roma. Lo annuncia la Fiom meneghina, spiegando che “quelle di Italtel sono scelte inaccettabili, preludio non solo della perdita di posti di lavoro ma, anche dell`indebolimento di una impresa che opera in un settore strategico per il Paese”.

“Dopo le mobilitazioni dei giorni scorsi, che hanno visto la partecipazione di circa mille persone, le lavoratrici e i lavoratori dell`Italtel di Settimo Milanese (Milano) - continua la Fiom - hanno deciso di darsi appuntamento alle 15 in via Pantano, per ribadire il proprio ‘no’ alle espulsioni, alla chiusura dei siti, alla distruzione di quel patrimonio di professionalità senza il quale l`impresa non avrebbe alcuna possibilità di sviluppo”.

Red-Alp

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ITALTEL ROMA a Ballaro' del 9/2/2010

Dalla puntata del 9/2/2010.
noi siamo al minuto 2:52.




un ringraziamento sentito ai giornalisti che si sono occupati del servizio.

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LAVORO - Italtel: player mondiale senza dipendenti?

FONTE: impresamia.com


Destinare i fondi stanziati per lo sviluppo della banda larga a sostegno delle aziende che si occupano di telecomunicazioni e che rappresentano come l'Italtel una risorsa nazionale e, quindi, salvaguardare i livelli occupazionali dell'azienda player di primo piano nel mercato delle telecomunicazioni.

Questo l'argomento dell'interpellanza che il deputato dell'IdV, Luciano Ciocchetti ha ricolto ai ministri del Welfare, Maurizio Sacconi, e dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, esponendo il caso dell'Italtel che nel 2004 ha acquistato un'azienda di 500 dipendenti (One-ans) che opera nel mercato della sicurezza delle reti informatiche rivolto anche alla pubblica amministrazione (350 sono a Castelletto di Settimo Milanese, 150 a Roma). Oggi One-ans è completamente integrata nelle attività Italtel, operando in maniera stabile direttamente dal cliente (Vodafone, Wind, Telecom, banche, pubblica amministrazione): dalla data dell'acquisizione oltre la metà dei dipendenti di One-ans ha dato le dimissioni dall'azienda.

Le sedi commerciali di Italtel sono rispettivamente localizzate a Castelletto di Settimo Milanese (Milano) e Roma, mentre l'insediamento di Carini (Palermo) e parte dell'area di Castelletto costituiscono il cuore della ricerca Italtel che, come Gruppo, occupa circa 2.100 addetti.

Ma da 10 anni i fatturati di Italtel sono a rischio per il duplice problema del rifinanziamento del debito da parte delle banche e della ricapitalizzazione della società da parte degli azionisti Telecom, Cisco e fondi americani e sono ormai poche le aziende di Italtel con 1500 dipendenti. Oggi 1400 persone in tutto il Gruppo sono in contratto di solidarietà per un anno e mezzo (da luglio 2009 a dicembre 2010, lavorando mezza giornata in meno alla settimana per ridurre gli eccedenti). Questo sta impedendo il licenziamento di un centinaio di lavoratori. Entro la fine del 2010, circa 150 persone usciranno comunque in mobilità. L' 8 gennaio 2010 l'amministratore delegato di Italtel ha annunciato 400 nuovi esuberi (per effetto dei tagli sul fatturato di decine di milioni di euro da parte di Telecom) che si sommano ai 450 del biennio 2009/2010 e la chiusura di una sede "periferica".

Intanto, su La Padania.com si legge che il Consiglio regionale della Lombardia ha approvato una mozione sulla situazione di crisi dell’Italtel grazie al voto compatto del gruppo della Lega Nord a favore della mozione che impegna la Giunta Regionale “a mettere in campo ogni iniziativa possibile per non perdere uno degli ultimi siti produttivi rimasti in un settore tecnologicamente avanzato". Il consigliere regionale e presidente della Commissione Bilancio, Fabrizio Cecchetti ha spiegato che “il futuro degli operai lombardi riveste per la Lega Nord un'importanza fondamentale" aggiungendo poi che con la mozione approvata, la Regione ha dato un "forte segnale di attenzione nei confronti della crisi dell’Italtel. Una situazione di difficoltà - ha concluso - che sta mettendo a rischio la continuità lavorativa di quasi 1500 dipendenti.” (Nella foto, Franco Serio, Chief Technology Officer (CTO) Italtel).

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Italtel riduce. E’ strage di posti

FONTE:


COMUNICAZIONI. Tra Roma, Settimo Milanese e Carini, 300 licenziamenti. Fiom Cgil: «Telecom taglia, ma i suoi profitti aumentano».

Non servono più. Quattrocento licenziamenti sono stati confermati lo scorso 4 febbraio dall’Italtel, durante un tavolo convocato dal ministero dello Sviluppo economico, le Rsu e i vertici dell’azienda: ricercatori specializzati da anni nel settore della tecnologica che secondo la multinazionale sono in esubero. L’impatto più pesante è a Roma, dove entro la fine dell’anno sono previsti la chiusura del centro di ricerche e 150 dipendenti in meno su 220; a Settimo Milanese 170, a Carini 80 su 234. I rappresentanti delle tre sedi avevano chiesto al governo lo sblocco dei fondi per la banda larga e per l’innovazione tecnologica dei servizi pubblici, ma la richiesta non ha ottenuto risultati.

Nella mattina del 4 hanno scioperato tutti i 1.200 lavoratori del gruppo, dopo quattro giorni di mobilitazione e in attesa dell’incontro con il ministero. I problemi di Italtel nascono dalla decisione del cliente/ socio Telecom Italia di ridurre le commesse: questo ha prodotto i 400 esuberi. I lavoratori, prima di essere sgomberati dalla polizia, durante un sit in nato davanti la sede di Roma della Telecom Italia, hanno ottenuto un incontro con Stefano Nocentini, responsabile dell’area tecnologica di Telecom e referente principale per i progetti Italtel, che ha confermato l’intenzione della ditta di ridurre il volume di attività con Italtel. «è incomprensibile che un’azienda come Italtel, che lavora su progetti per le telecomunicazioni, decida di chiudere a Roma, dove sono previsti nei prossimi anni 600 milioni di investimenti per la banda larga», ha dichiarato la rappresentante dei lavoratori Tiziana Galli.

«Telecom Italia continua a fare tagli, pur continuando a fare profitti, per aumentare margini e dividendi a scapito dei lavoratori», ha spiegato Roberta Turi della Fiom Cgil. «In tutto il settore degli appalti Telecom stiamo assistendo a un preoccupante taglio delle commesse e dei prezzi che sta determinando un peggioramento delle condizioni di chi lavora», conclude la sindacalista. Nelle prossime settimane è prevista una manifestazione nazionale per protestare contro i licenziamenti a Milano e Roma.

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Italtel, presidio permanente uffici sede Roma

FONTE: rassegna.it


Continua la protesta dei lavoratori Italtel per salvaguardare il futuro di questa impresa. Dopo Milano e Carini, sono tornati a protestare i dipendenti di Roma. Lo riferisce la Fiom Cgil in una nota.

"Di fronte alla riduzione dei costi decisi dall’Azienda che prevede, di fatto, la chiusura della sede di Roma e 400 esuberi a livello nazionale - afferma Laura Spezia, segretaria nazionale della Fiom-Cgil - i lavoratori e le lavoratrici si sono riuniti in assemblea e hanno dato vita a un corteo spontaneo che si è svolto in prossimità della via Pontina, vicino alla sede di Spinaceto".

“Al termine della mobilitazione, l'assemblea ha deciso di presidiare permanentemente gli uffici per impedire alle ditte di trasloco di svuotarli - prosegue Spezia - Lo stato di assemblea permanente ha l'obiettivo di indurre l'Azienda a trovare soluzioni condivise che mantengano sia la sede che i livelli occupazionali su tutto il territorio nazionale”.

“Non possiamo permettere che l’unica Azienda italiana di Tlc imbocchi una strada senza uscita - conclude la segretaria Fiom - E’ una questione che non riguarda solo il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori, ma interessa direttamente il Governo e il Paese”.


08/02/2010 19:30

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